Educazione finanziaria per principianti. Come gestire i propri soldi
EDUCAZIONE FINANZIARIA
Davide
12/6/20259 min read
L'educazione finanziaria è uno dei temi più discussi ed affrontati a livello sociale in questi anni di forte incertezza. La necessità di conoscere, almeno a livello base, sia i termini che il funzionamento dei singoli strumenti finanziari messi a nostra disposizione nasce dal fatto che la gestione del bilancio familiare, ovvero il rapporto tra le entrate e le uscite, è sempre maggiormente influenzato da eventi non direttamente correlati alla famiglia o ad azioni che siamo solitamente abituati ad eseguire ogni giorno.
Elementi come l'inflazione, le guerre, le crisi finanziarie mondiali, la mancanza delle risorse, i dazi, i blocchi commerciali... Sono tutti fattori che influenzano il valore del denaro contante e, di conseguenza, il valore dei nostri risparmi.
Una volta, se ci pensi, bastava tenere i soldi sotto al materasso per essere sicuri che tempo dopo li avresti trovati sempre lì, pronti ad essere spesi. Oggi, invece, il tuo problema è che dopo questo "tempo" con la somma che hai nascosto non potrai comprare gli stessi beni che avresti potuto comprare oggi.
Perché?
Perché c'è l'inflazione, ovvero l'aumento del costo del denaro che nel tempo genera l'aumento dei prezzi. Ma se i prezzi aumentano ed i contanti a disposizione rimangono uguali, quello che puoi permetterti oggi non sei sicuro di potertelo permettere domani.
Ma come siamo messi in Italia?
Secondo vari studi di enti autorevoli, come il MEF o la Banca di Italia, il livello di competenza finanziaria medio in Italia è basso, o per lo meno "non adeguato alla complessità delle scelte da effettuare nel quotidiano e durante tutto l’arco della vita" (per citare testualmente il MEF).
Non si parla quindi di trading online, investimenti in commodities, mercati emergenti o cose del genere. Siamo in difficoltà con gli elementi più basilari della finanza e dell'economia.
Basandoci quindi sui dati emersi da questi studi e considerando esperienze concrete nella vita di tutti i giorni, viene da sé pensare che il concetto di "italiani grandi risparmiatori" non si allinea con la necessità moderna di gestire e far fruttare i propri capitali.
Ti faccio un esempio.
Io sono nato a Vicenza ed ho vissuto il crac che ha portato molti clienti della banca, ovvero possessori di conti correnti e portafoglio titoli presso l'istituto, a vedere i propri capitali svalutati o addirittura azzerati. Fidandosi ciecamente dei propri consulenti, questi "risparmiatori" hanno investito in titoli a prezzi gonfiati che a seguito di alcuni eventi sono sprofondati, facendo tracollare di conseguenza anche i valori di capitale investiti su di essi. Per dare un numero, le azioni sono passate da 62,50 euro a solo 10 centesimi l'una!
Cosa ci insegna questa cosa?
Che investire senza consapevolezza, ovvero fidandosi ciecamente dei propri consulenti, è molto rischioso.
Quali sono i temi su cui siamo più "scarsi"?
Vediamo ora quante persone, su base 10, si adattano a vari stili e strumenti legati alla finanza personale secondo la ricerca della Banca di Italia.
Cura del budget
Siamo bravi nel prestare attenzione alla sostenibilità delle spese (9 su 10), ma non lo siamo altrettanto sul rispettare i budget (7 su 10) ed ancor meno a risparmiare (4 su 10).
Conoscenze generali
In media solo 6 persone su 10 conoscono aspetti basici, come ad esempio i termini "mutuo", "inflazione", "diversificazione", "interesse semplice" o "mercato azionario"
Solo 2 persone su 10 hanno un piano di previdenza complementare. Altre 2 non hanno familiarità con lo strumento e addirittura 4 non sono minimamente interessate ad esso.
Previdenza complementare
Diciamo una cosa molto importante: tutti i dati variano molto in base all'età degli intervistati. Considerando un'età degli intervistati compresa tra i 18 ed i 34 anni, gli Over30 registrano valori di conoscenze ed utilizzo di strumenti finanziari più alti rispetto ai più giovani.
Un elemento di forte influenza riguarda comunque lo stato sociale degli intervistati che, sempre più spesso, vincolano la loro disponibilità economica e la libertà nell'utilizzo di strumenti finanziari alla convivenza o meno con i propri genitori.
Ormai lo sappiamo tutti: si esce sempre più tardi da casa, vuoi per l'allungamento dell'età d'ingresso nel mondo del lavoro a causa dello studio ma anche a causa dell'incertezza del mondo a cui ormai siamo - purtroppo - abituati.
Ma quali sono i punti dai quali partire?
Io ne vedo alcuni di molto positivi:
Siamo molto attenti alla gestione delle disponibilità economico-finanziarie;
Abbiamo interesse nel gestire i nostri risparmi e proteggerli dal rischio valutario;
Ci sono sempre più strumenti che ci aiutano a comprendere i numeri e fare le scelte corrette, come gli home-banking e forum specialistici;
Le crisi del passato recente ci hanno portato ad essere sempre più prudenti.
”Non c'è dignità maggiore e indipendenza più importante del saper vivere al di sotto dei propri mezzi”
- Calvin Coolidge
5 Concetti fondamentali per l'educazione finanziaria
Fatta questa lunga - ma fondamentale - introduzione mi sono fatto una domanda:
"Quali possono essere i 5 concetti fondamentali da tenere sempre a mente quando si parla di educazione finanziaria?"
Mi sono dato una risposta, ed ora te li elenco uno per uno.
1. Il concetto di "risparmio"
Il concetto di risparmio si basa su un dato molto "aziendalistico", ovvero che è semplicemente la differenza tra entrate ed uscite. Banalmente, se le entrate sono maggiori alle uscite, il mio risultato positivo sarà "risparmio", altrimenti possiamo considerare il valore negativo come "perdita".
In questo contesto, un ruolo fondamentale viene giocato dalla pianificazione ed alla gestione di un budget personale, ovvero alla programmazione di entrate ed uscite previste al fine di evitare, alla fine di un periodo che di solito è un mese, di andare in rosso.
Questo perché il consulente da mille mila euro di parcella al quale fai affidamento in un momento di crisi ti consiglierà sempre "aumenta i ricavi e riduci i costi".
"E grazie al c..." sarà invece, ovviamente la risposta.
Però ha ragione.
Perché se ci si limita a spendere spandere tutto il mese sperando, con le dita incrociate, che a fine mese qualcuno guardi giù dal cielo e ci dia un risultato positivo può andarti bene ogni tanto, ma non giova ad un piano di risparmio generale.
Il risparmio va costruito, programmato, impegnato.
Molti cancellano dalla propria vita momenti di svago e benessere come gite, pranzi e cene al ristorante o spese essenziali che riducono i costi ma anche il tenore di vita.
Il budget, invece, serve a programmare tutte queste spese in modo da godersi a pieno i propri ricavi (o entrate) con l'obiettivo di arrivare a fine mese pure con un risultato positivo.
Ti aiuta a capire che, forse, evitare l'aperitivo serale quotidiano che ti porta via €300 in un mese puoi farlo diventare settimanale e concederti un massaggio o una gita fuori porta di più.
Quindi il risparmio non è un risultato casuale. Va invece costruito con impegno, consci che se le cose vanno bene possiamo permetterci più di quanto pensiamo.
2. Il fattore "tempo" in finanza
Molto spesso crediamo che sia troppo "presto" o troppo "tardi" per iniziare ad investire o comunque per capire cosa fare dei propri soldi o dei propri capitali. Temiamo infatti di non essere all'altezza di scelte importanti che possono influire tanto positivamente quanto negativamente sul nostro patrimonio e, di conseguenza, sulla nostra vita presente e futura.
Un motto che ho sempre sentito dire recita però "chi inizia, è a metà dell'opera".
In ambito finanziario il fattore "tempo" viene affrontato in varie modalità e con vari strumenti in modo da ridurre il più possibile il rischio di perdita in un arco di tempo che noi investitori decidiamo. Possiamo infatti dividere in modo molto semplice ma chiaro gli strumenti che possiamo utilizzare:
Azioni. Titoli di capitale che possono avere forti oscillazioni, positive e negative, nel breve termine ma che nel lungo termine tendono sempre a crescere;
Obbligazioni. Titoli di debito che solitamente non hanno forti oscillazioni ma che nel tempo crescono lentamente e costantemente.
Se quindi banalmente tu volessi investire su un orizzonte di lungo periodo sarebbero consigliabili le azioni. Se invece tu volessi mettere al sicuro i tuoi risparmi dall'inflazione a breve periodo senza accollarti rischi di tracolli a breve termine sono maggiormente consigliate le obbligazioni.
Che si abbiano 16 anni oppure 60 il concetto non cambia: non esiste una motivazione per essere finanziariamente passivi, se non semplicemente il disinteresse o la mancanza di voglia nel metterci la testa.
3. Il concetto di "prevenzione"
Abbiamo visto in una grafica precedente come solo 2 persone su 10 hanno un piano di previdenza complementare. Indipendentemente dal concetto pensionistico, per il quale in Italia siamo indubbiamente in grossa difficoltà, il concetto fondamentale è individuare il concetto della "prevenzione" in generale.
Viene da sé come il termine "prevenzione" si articoli in "prevenire", ovvero "agire in anticipo per ridurre il rischio che si manifestino eventi negativi o dannosi".
In Italia non esiste una vera e propria cultura della prevenzione tanto che la più grande forma di prevenzione obbligatoria, ovvero la R.C.A. (Responsabilità Civile Auto) che dovrebbe aiutare l'automobilista ad evitare spese e costi che sorgono al momento di un sinistro, viene spesso vista come un peso o addirittura non sottoscritta.
Ma perché?
Perché nonostante siamo esseri talmente intelligenti da non dover sbattere la testa contro un muro per capire che fa male, talvolta viviamo una sorta di auto-lesionismo che ci porta a vedere un rischio più lontano di quanto lo è realmente.
Quando pensiamo ad un'assicurazione, per esempio, ci concentriamo più sul costo del premio rispetto alla copertura che ci garantisce, qualsiasi essa sia.
Se dovessimo tornare al tema della previdenza complementare, oggi lo vediamo come un costo in busta paga ma un giorno, in futuro, ne vedremo i benefici in quanto avremo una maggiorazione sulla quota della nostra pensione. Una R.C.A. ci permetterà, nel caso facessimo un incidente, che i danni a nostro carico siano coperti da un'assicurazione.
"Prevenire è meglio di curare", dice qualcuno.
Già, perché solitamente i costi della cura sono molto più alti dei costi per la prevenzione. La differenza è che i soldi per la prevenzione non sappiamo se mai verranno usati, mentre in caso di cura siamo sicuri che vengono sfruttati per qualcosa di corretto.
In ottica di gestione del patrimonio, della prevenzione svolge invece un importante ruolo in ambito di pianificazione dei rischi. Strumenti come assicurazioni sanitarie, assicurazioni vita e infortunio permanente stanno prendendo sempre maggior spazio tra i portafogli di molti investitori e risparmiatori.
4. La "diversificazione" degli investimenti finanziari
Sai dirmi qual è l'errore più grande che possa fare un investitore?
Te lo dico io: investire in un unico strumento finanziario o, peggio, su un singolo titolo.
Investire in questo modo significa esporsi al 100% del rischio oscillazione, ovvero subire completamente improvvisi decolli o crolli di prezzo. Questo potrebbe farti fare davvero stonks ma anche farti andare in profondo rosso - e ti assicuro capita molto più spesso quest'ultimo caso.
Invece, sarebbe molto meglio "diversificare" i titoli, ovvero acquistare e detenere a portafogli titoli di diverso genere in modo da ridurre il più possibile il rischio globale. Azzerare il rischio che un singolo titolo perda valore è impossibile, ma creando un mix con diversi strumenti riduci il rischio che tutto il portafogli titoli crolli.
Facciamo un esempio.
Se tu compri 100 azioni Alfa e perdono il 50% del valore, tu perdi il 50% del tuo capitale. Ma se possedessi 50 Alfa e 50 Beta, nel momento in cui Beta non perde nulla avresti una perdita di "solo" il 25% sul totale.
In genere i consulenti finanziari consigliano di creare mix con azioni, obbligazioni ed altri strumenti che varia in base all'età, con maggior sbilanciamento sulle azioni se sei più giovane e sulle obbligazioni man mano che passano gli anni (ne abbiamo parlato prima, ricordi?).
Per quanto tu abbia il sentore che questo o quel titolo possano andare bene, abbi sempre premura di avere un piano di scorta e cerca di non esporti mai troppo. Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio...
5. Educare i più piccoli
Non posso concludere i cinque punti per me più importanti legati all'educazione finanziaria senza dire che tutti i concetti che noi impariamo abbiamo il dovere morale di tramandarlo agli altri, specialmente ai nostri figli.
A malincuore dico "dovere morale" perché non esiste ad oggi un programma di educazione finanziario obbligatorio, a livello scolastico o sociale, che permetta alle nuove generazioni di avvicinarsi al meglio a questo aspetto. Molti giovani, bambini o ragazzi, non ricevono un'educazione adeguata per il semplice motivo che i loro insegnanti, genitori o tutori, non sono mediamente preparati né per comprendere né per insegnare la materia.
Qual è il risultato?
Molti giovani vivono il risparmio come un ossessione oppure come una cosa di poco conto. "Tanto pagano i miei", sento spesso dire, come se i soldi crescessero dagli alberi o come se fosse tutto dovuto.
Educare alla finanza significa condividere l'importanza del risparmio ma anche che fare scelte economico-finanziarie non deve essere visto come qualcosa di pericoloso ma piuttosto come una scelta quotidiana di vita.
